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L’ uva garganega è il principale vitigno del Soave e sta tornando in gran voga dopo anni difficili

 

Nelle valli d’Alpone, del Tramigna, dell’Illasi e di Mezzane si alternano e si mescolano  suoli vulcanici ( in questa zona c’ è un antico vulcano spento ) e calcarei, ricchi di fossili marini:questo è il regno della garganega che ha creato nei secoli una fusione ideale tra terreno, clima, e vitigno, generando  superbi vini bianchi dalla spiccata personalità, a volte con sentori più minerali su uno sfondo di macchia mediterranea e pesca, ananas e kiwi, agrumi e melone, a volte più di fiori e mela limoncella. Stiamo parlando del Soave, che sta rapidamente risalendo la china dopo la crisi degli anni Novanta, quando era diventato sinonimo di prodotto neutro e a buon mercato.

 

I vini di Soave si dividono in Soave DOC, Soave Superiore DOCG e Recioto di Soave DOCG. La menzione “Classico” è riservata alle uve provenienti dall’area più storica. 

 

Protagonisti della denominazione come Stefano Inama e Leonildo Pieropan invertirono la rotta, aprendo strade considerate fino ad allora impraticabili esplorando nuovi orizzonti per questo vino negli Stati Uniti, “sempre più persone trovano che il Soave sia un vino molto accessibile, a buon prezzo e di buona qualità“. Aggiunge Alessio Inama, figlio di Stefano e responsabile della comunicazione e del marketing: “ho clienti in ristoranti stellati Michelin a Tokyo, Mosca e New York che stanno servendo il nostro Foscarino come alternativa ai piu blasonati francesi. Il rapporto qualità/prezzo è diventato molto allettante“. La soddisfazione più grande, probabilmente, viene dalla constatazione del generale miglioramento qualitativo della zona, spingendo grandi importatori a consigliare fino a 12 produttori differenti.

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